Il mare è un soggetto molto particolare. Esso è sinonimo della calma, legata al piacevole suono delle sue onde infrante sulla battigia umida. È sinonimo di irruenza per le onde oceaniche che si infrangono con violenza sulla scogliera. È sinonimo di vastità, per i suoi sterminati confini, di oscurità, per le impressionanti profondità raggiunte.
Eppure, a mio parere, esso non è altro che una balia accogliente per le forme più semplici di vita, una linfa vitale per quelle più complesse, per altre semplicemente una casa.
Il mare per me ha ovviamente un forte significato allegorico: è un compagno di viaggio, che mi guida e mi accompagna nella vita; se esiste un Dio è lui che è dentro me, e come ogni Dio che si rispetti anche lui alle volte è un assassino, o meglio un mezzo nelle mani di assassini nelle vesti di patrioti.